L’edizione numero 101 del
Giro d’Italia è ormai alle porte. La corsa rosa anche quest’anno si presenta alla stregua di una vera e propria faticaccia, con una lunga serie di arrivi in alta quota che metteranno a dura prova la resistenza dei corridori. Proprio il livello di fatica cui arrivano i ciclisti, con tappe che molto spesso superano i 200 chilometri giornalieri, spinge molti apionati a chiedersi
quanto guadagni un ciclista professionista, anche per mettere a confronto il suo stipendio con quello che è invece appannaggio di sportivi che praticano discipline meno faticose.
Il più pagato in assoluto
Il primato in fatto di guadagni spetta a
Chris Froome e
Peter Sagan. Il portacolori di Sky, infatti, riesce a portare a casa al termine della stagione
circa 5 milioni di euro lordi, lo stesso compenso che spetta al ceco. Due corridori molto diversi: Froome eccelle nelle corse a tappe, riservandosi per quelle più famose, mentre Sagan è l’uomo da prendere sempre in considerazione nelle corse di un giorno. Froome ha però dalla sua una squadra come la Sky in cui molti dei cosiddetti gregari sarebbero in grado di sfidarlo nella classifica finale, tanto da dare vita ad un treno lungo tutto l’arco delle corse cui partecipano. Il leader in tal senso è
Geraint Thomas, che viene lautamente remunerato per questa apparente rinuncia, guadagnando alla fine della stagione
circa 1,5 milioni di euro, sempre al lordo.
Nibali e Aru
Poco sotto al livelli di Froome e Sagan si ferma
Vincenzo Nibali, che viene pagato circa
4 milioni all’anno. Il corridore siciliano, peraltro, ha ormai dimostrato di essere un corridore non soltanto da corse a tappe, come è avvenuto nella vittoriosa Milano-Sanremo di poche settimane fa e con la doppia vittoria riportata in una classica monumento durissima come il Giro di Lombardia. Più di un osservatore, peraltro, ritiene che lo Squalo sia ormai in grado di lasciare il segno anche in classiche come il Giro delle Fiandre o altre considerate molto dure, proprio per la sua capacità di correre sui più svariati terreni. Anche
Fabio Aru è dal canto suo arrivato a livelli retributivi molto alti, considerato che per are da Astana a UAE Emirates ha riscosso la bella cifra di
tre milioni di euro all’anno.
I poveri
Se quelli nominati sono i ciclisti che prendono di più, va anche rilevato come la grande maggioranza dei professionisti sia costretta ad accontentarsi di
cifre molto più magre. Un
gregario di una squadra media attesta i suoi guadagni annuali in una forbice compresa
tra i 60 e i 90mila euro all’anno. Ancora meno spetta ai
neo-professionisti, i quali all’esordio devono accontentarsi di cifre intorno ai
20mila euro o poco più. Anche questo è uno dei motivi per i quali molti tifosi del ciclismo guardano con grande simpatia alle fughe a sorpresa che di volta in volta vengono proposte nelle tappe dei grandi giri: una vittoria in una di queste tappe può in effetti cambiare notevolmente gli orizzonti professionali di chi riesca nell’impresa, non soltanto per i premi di tappa giornalieri, ma anche per la notorietà che può conseguirne