Avrei voluto scrivere questo articolo a freddo per evitare sproloqui, poi ho capito che una sconfitta come questa la metabolizzeremo soltanto quando li rincontreremo e li batteremo, allora eccovi le mie considerazioni sul percorso della
Nazionale Italiana a
Euro 2016 e sulla battaglia finale.
All’inizio non ci credeva nessuno
Oggi siamo tutti delusi, ma diciamo la verità, alla vigilia dell’Europeo credevamo di avere difficoltà anche a superare il girone. Poi la partita col
Belgio ci ha fatto capire che forse con il cuore e la corsa si potevano coprire le numerose lacune tecniche. Nella prima partita i giocatori del Belgio non avevano ancora capito, invece, che a calcio si gioca in 11 e noi gli abbiamo dato una lezione. La partita seguente, contro la
Svezia, è stata bruttina. Avevamo nelle gambe la fatica precedente e abbiamo costruito pochissimo. Per fortuna, grazie alla migliore difesa del torneo non abbiamo subito gol e alla fine un Eder che forse fino a quel momento aveva visto la palla solo da lontano ci ha regalato la vittoria con un grande gol, che a molti ha ricordato quello di Baggio ai mondiali del ’94. Prima di giocare contro l’
Irlanda sapevamo di essere primi matematicamente nel girone, motivo per cui Conte ha fatto molto turnover. Ne è uscita una partita in cui non abbiamo costruito niente, un po’ per mancanza di motivazioni, un po’ perché avevamo in mente il famoso biscotto della Svezia e concedendo i 3 punti agli irlandesi gli abbiamo restituito il favore.
Il tabellone di Euro 2016 dopo la fase a gironi

Siamo arrivati agli ottavi con le mani ai capelli per l’imbarazzante squilibrio tra la parte sinistra e quella destra del tabellone. Praticamente noi per vincere questa competizione avremmo dovuto battere anche i Fantastici 4. Abbiamo affrontato la
Spagna da sfavoriti. Abbiamo corso, abbiamo sfoggiato come al solito una grande difesa e abbiamo dimostrato al mondo che non non siamo poi così scarsi, e che il ciclo della Spagna, dopo due Europei e un Mondiale, può dirsi concluso.
Contro i più forti
Applausi e festeggiamenti, ma il bello deve ancora venire. Ai quarti c’è la
Germania, la squadra più forte del mondo. Per una settimana sui media e sui social si è detto che quando conta vinciamo sempre noi, i tedeschi come al solito ci hanno preso per il culo, forse anche per paura e noi abbiamo continuato a credere nella tradizione.
La battaglia finale
Poi siamo scesi in campo. Com’era prevedibile per lunghi tratti della partita i tedeschi hanno comandato il gioco, hanno fatto girare la palla, a volte non ce l’hanno fatta vedere per interi minuti, fino a trovare il gol con
Ozil al 65°.

In quel momento, diciamo la verità, abbiamo creduto di non potere più recuperare il match, anche perché il possesso palla dei tedeschi funzionava, e noi per qualche minuto abbiamo corso a vuoto. Poi l’intervento scomposto di
Boateng in area, con quelle braccia alzate con cui un difensore del suo calibro non dovrebbe mai intervenire. Rigore e rete di
Bonucci.

La partita è di nuovo in equilibrio, si va ai supplementari con le squadre stanchissime e poi ai rigori.
Quando il cuore non basta
È qui che ci rendiamo conto che il cuore non basta. Ci vuole esperienza, essere abituati a giocare le partite importanti, avere le gambe ferme e il coraggio di sfidare il secondo portiere più forte del mondo. Insomma, ci vuole tutto.
Conte fa l’errore di far entrare
Zaza solo per la lotteria dei rigori. A mio avviso il primo pallone toccato della serata non può essere un rigore decisivo. Rincorsa con balletto imbarazzante e pallone fuori. Siamo già sotto. Poi sbagliano
Muller e
Ozil. Non sembra neanche vero, ma torniamo in vantaggio. Tocca a
Graziano Pellè, che ha la felice idea di prendere per il culo un portierino chiamato
Neuer. Gli mima il gesto del cucchiaio e qualche secondo dopo tira fuori. Siamo di nuovo in parità. Poi sbagliano
Bonucci, che dopo aver trasformato il rigore in partita si è chiesto se dovesse tirarlo di nuovo nello tesso angolo o no (motivo per cui non avrebbe dovuto tirarlo) e
Schweinsteiger. Si continua.
Darmian si fa parare il nono rigore azzurro, poi
Hector non ci perdona.
Siamo usciti a testa alta, ma siamo usciti
Siamo fuori da
Euro 2016, i tedeschi hanno sfatato il tabù che li vedeva perdere contro di noi quando la partita contava. Usciamo combattendo a testa alta da una competizione a cui all’inizio nessun italiano credeva. Complimenti a
Conte che ha reso squadra un ammasso di giocatori tra il discreto e il mediocre. Complimenti a quei tre in difesa e al portiere migliore del mondo che sono il motivo dello strapotere juventino in Italia.

Peccato che la storia è scritta dai vincitori. Tranquilli, la metabolizzeremo presto. Naturalmente non è vero, queste partite lasciano il segno su chi ama veramente il calcio e la Nazionale. Forse la delusione sbiadirà un po’ la prossima volta che incontreremo i tedeschi e li batteremo. Noi siamo l’Italia. Voltiamo pagina, in bocca al lupo a
Giampiero Ventura.